mercoledì 16 novembre 2011

Cuore di mamma

L'educatore sia esso nella veste di madre, professore, maestro, zio, padre... nella maggior parte dei casi compie del suo meglio e tutto ciò che attua lo attua per il miglior bene del prossimo. Questo principio, per quanto qualcuno può tentennare nel crederci è vero e/o comunque quì si analizzerà soprattutto "il fin di bene" dell'educazione.

Si parla di educazione

"Parlar chiaro è fatto per gli amici", e fu così che rimase solo...
Scherzi a parte direi che per introdurre il tema è bene iniettarsi questo video, perchè fà bene.
Piccole indicazioni, cerca di fotografare i fatti non entrare (per quello che è possibile) nelle emozioni e soprattutto nel giudizio, per quanto il video sia più che di denuncia ti invito ad assumerne il messaggio sul sistema educativo società-scuola-famigli-persona.

Riflessione meta-blog

Un blog trascurato? o deserto... Comunque da oggi è possibile che per un po si parli di educazione da queste parti. C'è anche un altro pensiero metatestuale, ossia di chiudere il blog, forse ho bisogno di una spinta...se leggendo queste pagine vi è parso che vi sia qualcosa per cui ne valga la pena, allora chiedo a voi cari lettori di diffondere e che si associno!  Posto qualche assaggio ma non prometto nulla comunque (intendo dire sulla qualità e la coerenza..).

martedì 25 ottobre 2011

dura poesia

Lo guardo nel video, ho letto i suoi libri e non l'ho mai immaginato. Ciò che vedevo dei suoi personaggi maschili adulti erano sempre le espressioni corporali, i vestiti e le tracce della fatica, del tempo ma mai il volto. A vederlo in video De Luca mi colpisce. Quanto è duro il suo corpo e severo il suo volto, a tratti vedo quello di Eduardo, ma in quell'occhio che scintilla dolce, in quell'emozione, in quel sentire così grande che lo tradisce riconosco tutta la dolce poesia dei suoi libri che come Napoli sono doppi. Parole ed atmosfere morbide e atroci senza mai un contrasto. Inserisco queto video perchè De Luca è lucido ed emozionato nel percepire cosa avviene nel nostro tempo; 'ma come possiamo far finta di non essere umani e parte della storia o della "geografia"?'. E' bello vedere un uomo di 60 anni così emozionato per il messaggio che trasporta agli altri, sentirlo anche troppo responsabile di essere uno di quelli che viaggiano nei luoghi preziosi del nostro essere per ricordare a chi ha dimenticato che tutti siamo parte di quei luoghi.

domenica 18 settembre 2011

my mind...

Sono giornate dove si può essere felici con poco, un sole che scalda, la spiaggia quasi deserta. Tutti gli obiettivi e i buoni propositi al loro posto ma senza quella prepotenza del tutto e subito.
Ci sono queste giornate, ci sono quando voglio, quando scalo di una marcia, quando appoggio la schiena, quando rallento il passo, quando sorrido solo perchè mi và.
Tutto è già ora, non c'è niente da dichiarare, da dimostrare, l'azione serve a sperimentare non a ribadire. Ciò che è nella mente viaggia , si nutre ed è coposto da altri materiali, non posso pretendere di incastralo nella 'realtà', al di fuori. I percorsi , i materilai sono differenti nel territorio, la mente non si equivoca nel pensare, il vero errore è pensare che possa essa conoscere la realtà così come questa è. La mente fà del suo meglio, con i suoi parametri, con i suoi strumenti, è compito mio però verificare, adattare, sperimentare e informarla, inviarle rapporti su ciò che ho incontrato fuori. Io sento lei no, soli siamo cechi ma insieme ci possiamo aiutare. Se le lascio il volante ci facciamo male, oggi però ho compreso che nemmeno posso respingerla, è parte di me. E' importante stringermi la mano e darle tanto cibo, dei bei piatti di realtà che sono ricchi di sostanze come il tempo, il momento, l'esperienza...

sabato 10 settembre 2011

Horror vacui

Per riempire per dare un segnale, dire "si la cosa prosegue" ...
Lo stralcio di una giornata annoiata, sul davanzale nella tepura, e forse con qualche mania di grandezza o con voglia di giocara.

Partecipa al grande concorso: questopostmihafattoschifo@vinciunagirella.com

lunedì 22 agosto 2011

SEX ZONE!

Non si può dividere corpo e anima. Ciò che scorre non si può fermare, detenere per un tempo forse ma allora la forza e la velocità saranno doppie.
 Uno dei tanti canali tornerà a splendere. Per tornare a riabbracciare noi stessi.

venerdì 19 agosto 2011

Perchè? abbagli

Ci sono pensieri all'acido, pensieri martello...
Più che un pensiero una sciabola, uno stare in azione, un abbaglio. Quando dentro si apre il varco, quando dentro vedo chiaro, è fuoco che brucia. Solo il sibilo colorato della piuma taglia l'aria come la lama dell'indiano. Non ci sono occhi e non ci sono orecchie, solo è sentire e tutto si muove. La bocca un buco nero, un varco temporale che vomita il mistero che ribalta la crosta, che trascina al dubbio. Quello che in me era detto sbagliato, quello che in me non era accettato, quello che io stesso ho ripudiato. Ora torna, ora torna. Non c'è più ribellione, tutto è rivoluzione, quella profonda, quella sostenibile, quella dell'accetare. Accettare Sè.  La luce che cerca l'occhio, l'occhio che cerca la luce, un solo maestro, quello dentro. Ci offrono specchi in cui specchiarci, cerchiamo specchi in cui riconoscerci, in cui incastraci. Cerchiamo specchi in cui frustrarci. Il cubo non passa nel cerchio, il cerchio non passa nel cubo. Così come la mosca così il leone, così come l'aquila così il delfino. Oggi e solo oggi, il vecchio saggio non va più alla ricerca del rio per specchiarsi, oggi solo oggi, il bambino usa le proprie mani per riconoscersi. Carico i miei pacchi sulla mia schiena, tolgo lo scettro a coloro a cui lo avevo donato, abbandono ciò che ora non mi serve e tutto torna al suo nucleo, per interrompere il giudizio, per cominciare a sanare. Il potere torna al re che non è un potente, il potere è essere. Essere è creare. Per creare non c'è necessità di distruggere, ma di sognare, di imparare a sognare.
Tutto è molto di più di ciò che ci hanno detto, tutto è molto di più di tutto ciò che sappiamo.
Noi e solo noi siamo questo tutto.

giovedì 4 agosto 2011

Ribadire i concetti


Ripetere è la strada. Nella ripetizione c'è l'arte della perfezione. Il movimento è sempre a spirale, la vita ha una andatuara spiraliforme, come ci fà notare Gigi Bateson in 'Mente e Natura', e all'etere stessa è così che le piace girovagare. Chissà cos'altro potrebbe dirci, illuminarci l'amico Gennarino Nietzsche proprio sull'eterno ritorno dell'uguale... Connessioni, connesioni si aprono innanzi a noi, ma forse solo 'distrattamente' ci apriamo al varco.

 Così girando in questa girella ci ritroviamo a tratti nel medesimo punto di sincronia ma leggermente spostati, tutto pare uguale ma solo è simile. Innanzi ad una nuova possibilità. L'albero nella primavera ricomincia a fiorire, ma, mai si ripeteranno i medesimi fiori.
                           
                      C'è un ciclo continuo tra mangiare e cagare ma mai niente è uguare!

martedì 26 luglio 2011

Siamo quello che mangiamo

Nell'incertezza, nella ribellione ma anche nel conformismo c'è il concetto di una revisione post-moderna.
Oggi è estate, domani non si sà. C'è un rapporto continuo tra passato e futuro, quell'attrito è il presente, il qui ed ora, l'attimo fuggente. Per queste ragioni è importante curare l'alimentazione e molto più oggi, tempo di cetrioli sospetti, angurie esplosive e carni isteriche. Non dimenticate amici miei ciò che disse l'antico e saggio pensatore orientale Quan Mai;
Siamo quello che mangiamo e fummo ciò che cachiamo.
Ora è vramente tutto dalla nostra rubrica di consigli per l'estate.

Da Luglio a Luglio, col bene che ti voglio

Io in quei giorni non c'ero, nell'essere. Io in quei giorni mi esiliai, taciuto.
Possono i kilometri scavare una distanza che non ha dimensione?
Ricordo l'intermittenza di una linea bianca illuminata da due piccoli occhi ciechi e la distratta ricerca di un orizzonte a cui poter aggrappare ancora qualche fradicio sogno. Ricordo e nemmeno è ricordare ma tornare in quel torpore, simile ad un abbandono, ad una rinuncia intrinsechi, tipica di chi si è vissuto troppo nella mente, nel pensare tutto ciò che si è sentito, in un disperato tentativo di filtrare l'universo con il proprio ridicolo setaccio artigianale. L'ironica trappola del fare ciò che non ci è stato chiesto, di correre nella direzione equivocata con la fredezza verso se stessi di un boia mascherato. Cos' erano quei giorni? Mi giunsero notizie confuse, prospettive scarabocchiate da un motorino in corsa in mezzo allo scenario, le notizie quelle certe le avevo abortite rifiutando le iniezioni della prassi. Corse rumore paura, i battiti scanditi dalle pale degli elicotteri, i palazzi i paesaggi familiari trasformarsi in spettatori muti dell'orrore. Una cintura di castità Le era stata posta, una cintura di castità di metallo e cemento, ricoperta da infezioni in tenuta anti-sommossa. Cos'è una città quando non la si può più attraversare? Esiste un capitolo che Calvino abbia dedicato a quel visibile orrore della città? Ci sono tempi di sopsensione, tempi sospesi e ci sono quei tempi che dichiarano ciò che sta succedendo e ciò che avverà, in quei giorni si palesò ciò che era e si raccontarono le trame segrete.
Nelle settimane prima a quei giorni destinati a divenire terribili ed indelebili, già dolore percepivo in quegli assurdi preparativi. Perchè chiudere una città ai cittadini? Perchè allontanare il popolo dai suoi rappresentanti? Ma nemmeno queste erano le domande, perchè queste domande erano già appassite sull'albero della vergogna molto tempo prima. Pensavo d'esser un fantasma e ripetevo a me stesso d'esser sbagliato. Non trovavo posto, ma nemmeno avevo voglia di stare. Intanto con stecche di elettrodo chiudevano gli ultimi varchi ed il proibito diveniva passeggiare, esserci.

domenica 10 luglio 2011

Che bomba l'ammonica

Leggendo e riflettendo grazie a; oranonmiviene.blogspot.com ...

La bomba all'ammoniaca è un pericoloso strumento, un asso del controllo, l'inferno in terra, la morte negli occhi, il pensiero azzerato, il potere di distruggere, l'arroganza del ribaltare, l'ennesimo sogno abortito, il figlio cieco d'una madre muta. La bomba all'ammoniaca fa rima con black blok, con no-global, con no-tav, con terrorista, con indignato. La bomba all'ammoniaca non fa rima con diritto, con trasparenza, con società civile, con persone, con umano. La bomba all'ammoniaca (e i suoi "derivati") la inventa chi vuole paura, chi vuole annientare le persone, il pensiero. Chi informa, chi governa, chi controlla, chi ha il potere, chi è corrotto, chi fa solo l'interesse dei pochi, chi fa sparare nelle manifestazioni, chi vuole il sangue, chi censura il vero, chi mangia sulla fame degli altri, chi chiama i carrarmati missioni umanitarie. Chi inventa spauracchi per tenere a bada il gregge, chi mette le bombe quelle vere e poi firma con altri nomi, chi inventa i nomignoli per congelare, impaurita, la famiglia passiva davanti al telegiornale della sera, chi viaggia in auto blu, chi dice di costruire sicurezza.
Io non so se merito la trivella messa in palio da "ema", però so che già ne posseggo una. Ho una trivella nella testa, mi è stata regalata. Il modello è uguale per tutti, tutti abbiamo una trivella che ci perfora, che scava, affloscia le nostre montagne di sistema nervoso, che buca, che scarta che non ci vuole far pensare. Che ci tiene in costante paura del negro che scende dalle barche, dell'arabo che dirotta gli aerei, del vicino di casa con la faccia da cronaca nera, del manifestante che rivendica i diritti, della crisi economica che non ha uscita, del cielo che ci cade sulla testa. Questa tivella è messa lì per spaventare, perchè solo con la paura si può controllare qualcuno, solo la paura può far accettare, obbedire...

martedì 28 giugno 2011

OB il bello

Da un incontro durante un viaggio, ecco questo frammento di storia-leggenda, che probabilmente risale all'epoca della Società dei Civili (gli storici ancora non concordano su alcuni elementi); "OB il bello".

Con funesto rimembrare mi tocca a voi narrare i tempi dell'orrore Così a quell'epoca il male scagliò il suo attacco viperino alla Società dei Civili,

e dall'odio altro odio e guerra.
 La paura giunse nel paese dei civili, fin dentro le loro case.
Paura, la guerra non era già più fuochi d'artificio in lontanza ma un virus latente nelle strade e poi troppe brutture e quante sciagure e menzogne. I civili non volevano macchiarsi.
Così BU tanto acclamato,
venne contestato e poi scacciato perchè brutto e cattivello. Perchè si divertiva a tirar bombe a bere petrolio e chiudere quelli con la barba lunga dentro un recinto e ... . E Queste cose non piacevano più.
Qualcuno scrisse "abbasso BU", qualcunaltro "No alla guerra", altri "finalmente in tv"...e scesero nelle piazze. 
Alla società dei civili venne fatto pensare che un bel cambio di immagine avrebbe lavato le coscienze di tutti e così venne preparato, presentato e messo a fuoco poco a poco: OB il bello.
Cosa di più civile di mettere al potere un nuovo Re con un tocco speciale nella pelle, l'essere nero. Si Ob il bello era nero, bravo e bello. Vederlo al potere era quanto di più civile avessero fatto i Civili, solo la vera Società dei Civili poteva essere così civile da far governare un nero. Con Ob il bello la guerra sarebbe stata eliminata e le marachelle di Bu spazzate via, le promesse erano chiare quanto le premesse. E così fù non ci furono più soprusi e torture, ma solo azioni necessarie, non ci furono più bugie ed inganni, ma solo sacrifici necessari e palesamenti così palesi da confondere.

domenica 26 giugno 2011

la marea nera

La marea nera si espande, corre come l'olio, scivola e si infiltra. Prende possesso e non chiede permesso. Entra, entra.. e si attorciglia ma dentro di sè resta lucida. La marea nera è il  parassita del quotidiano,  edera feroce si nutre della migliore linfa, scagliando tutto in una dimensione immobile dell'irrangiungibile. La marea nera è una carogna, entra nella testa e schiavizza. Divora con avidità e crudeltà il nutriente soffio dell'attimo, lasciando cadere gli altri solo nel retrogusto dell'anelito. Desiderio di perfezione, ricerca disperata, impossibilità umana imposte suavemente a cambio del frutto puro del momento. La marea nera è dentro e vive tra l'abisso e l'intercapedine di cartogesso del cuore. Sembra una presenza ancestrale, lì prima dell'inizio di tutto, ma è venuta da fuori, imposta delicatamente. Nel ventre del cavallo le sue larve, le larve che sono cresciute con noi, confondendosi con noi. La marea nera è fuori ed è dentro, è dentro ed è fuori. La marea nera è lo specchio distorto in cui ci hanno fatto specchiare, il fratello gemello che hanno sempre lodato al nostro posto, l'obiettivo impossibile, un rasoio senza impunatura, l'illusione di non poterne fare a meno. Un illusione.

Cornicetta del criceto: catena di montaggio scolarizzazione-famiglia-manicomio-carriera-istruzione-lavoro-nuovo ordine mondiale-rispettabilità-educazione-coerenza-adulto

giovedì 23 giugno 2011

"S. Giovanni non vuole inganni"

Quì si solstizia e non si sollazza. Le erbe sono pronte manca solo la rugiada per la raccolta, il sole fà un giro strano e nel falò brucieremo ciò che è già passato di mano in mano. Salterà sul fuoco questa notte, sperando forte e cantando tra i denti la canzone antica, quella fatta d'un solo suono. Così lo ha detto e così lo farà come è vero che si chiama gerolamo la mosca.